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16/05/2017
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UNA LAPIDE PER RICORDAREI CADUTI DI MEZZOMONTE

Don Crepaz: «Non dimentichiamoci dei sacrifici»



MEZZOMONTE - Sono le note del Silenzio che si alzano nell'aria, don Ilario Crepaz guida la cerimonia, la Banda Folk di Folgaria suggella l'incontro al quale partecipano gli Alpini, i Kaiserjeager e gli Schützen, uniti in un unica riflessione «mai più guerre». Sull'attenti, il maresciallo dei carabinieri, Piergiorgio Casciotti. Ora Mezzomonte ha una lapide che ricorda i suoi caduti durante le due guerre mondiali. Germano Carpentari per alcuni anni ha lavorato ad un progetto importante, quello di di poter ricordare con una lapide di marmo appesa sul muro della Chiesa i morti mezzomontani del primo e secondo conflitto mondiale. «Un atto dovuto, la memoria non deve essere cancellata», dice commosso durante la cerimonia. Fernando Larcher, lo storico, mette insieme i passaggi del tempo, ricorda i profughi, la Galizia. «Dopo la prima guerra mondiale il paese era ridotto ai minimi termini, incominciò la ricostruzione e poi scoppiò la seconda guerra», ricorda Larcher. Pagine di storia scritte con il sacrificio, termine che don Ilario Crepaz sottolinea, con cadenza austera. «La società moderna ha portato nelle nostre case le comodità, ma si è dimenticata del sacrificio» dice il parroco prima di benedire la lapide. «Ricordare ci serve per capire», gli fa eco il sindaco di Folgaria Walter Forrer. «Questa storia va raccontata ai giovani», ribadisce il presidente della Comunità, Nicoletta Carbonari. La Comunità, prima con Michael Rech e poi con Carbonari, ha finanziato il progetto di ripristino e ricerca. «La narrazione dei conflitti bellici, le trincee, sono fatti difficili da raccontare - osserva il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi -. Spesso nei conflitti vengono celebrati i generali, si parla delle grandi battaglie, ma quasi nessuno si ricorda dei povericristi che sono deceduti. È importante che un piccolo paese come questo abbia saputo rivalutare il patrimonio della memoria». In questo progetto ha giocato e gioca un ruolo determinate la Pro Loco locale, sempre attiva. Gino Carpentari è il più anziano del villaggio, è nato nel 1925: a lui è demandato l'onore di togliere il drappo alla stele che riporta i nome dei deceduti. Germano Carpentari ha svolto un attento ed oculato lavoro di ricerca, un atto che parla soprattutto ai giovani affinché quella minuscola lapide appesa alla fede possa stimolare la riflessione, ed indicare la retta via. 

 

L'ADIGE
UNA LAPIDE PER RICORDAREI CADUTI DI MEZZOMONTE

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